Gara
02/10/25
Dentro l’acqua tutto si ammutolì
creando pause
del mio mondo esterno
date dalle respirazioni,
che soventi, si concentravano in bolle
dando schiuma al mio passaggio
con il ritmo arroventato di un motore,
muggito di un mia energia
che lasciava me imperterrito.
Mi lasciavo avvolgere dal folklore
di quell’energia veicolante
zampillante su un freddo possente
che riusciva solo
a scatenarmi dentro
il ricordo delle biglie
accumulate nella mia giovinezza.
Biglie maculate,
che strizzando la matassa
della mia fantasia
mi donavano saggezza,
che ancora brilla al sole.
“Arrivo!”, “Arrivo!”, “Arrivo!”
e nella mia strada di acqua
affioravo di entusiasmo
da non vedere la fatica
diradata dal cuore battente
del sogno di vincere tingente.
Mi allenai a fare rana
con costanza un giorno la settimana
per essere pronto alla gara
provando ad alzare le persiane
che divideva me e il pubblico
incuriosito nel vedermi.
Iniziai ad essere basculante
e alla 5° vasca la paura forò i miei occhi come una bandana.
Strafatto dalla voluttà di riuscire
non mi abbattei
e continuai dritto
in un futuro scritto
dentro al coraggio della tua compagnia.
Terminai quella vasca così facendo
con il rumore degli applausi
zampillando tra le onde della mia corsia.
Damiano Cabassi
Tantissime emozioni, conoscenze e condivisioni alla sfida poetica, tenutasi ieri sera, 30 ottobre 2025, agli Orti di Reggio Emilia, organizzata da #mutuosoccorsopoetico. Tanti poeti in gara hanno costruito una serata dedicata ad #halloween2025 piacevole in segno dell’amicizia. Mi sono portato dietro le mie 2 raccolte poetiche pubblicate in tutta Italia: “Direzione contraria e geniale” e “Sdèsdet. Tutto ciò che la scrittura eterna può raggiungere” da pubblicizzare.
Damiano Cabassi
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ESTASI DI BIRRA
15/06/25
Deglutisco
e le mie viscere
si fanno un tutt’uno
con il sapore amaro della birra che
preferisco:
una Kilkenny
fra le mani
mi
chiede di osare l’indomani.
Bevendola mi stacco da questa terra mediterranea
per eruttare con il geyser in Islanda per me non estranea
perché ci sono andato
visitando le scuole di quella landa.
Il mio palato stellato
pareva rinato
dalla sua freschezza glaciale
Kilkenny, Kilkenny, Queen- kenny.
Lei si battezzava come la regina della serata
pronta a girare pagine perenni
al mondo della mia quotidianità sverginato
da questa mia dote,
nascitura nella mia realtà solo di note.
Dentro alle sue bollicine mi sentivo una pedina
mignon stesa su una brandina
lì a sgocciolare dal piacere magnetizzato,
formato in mille versi poetici
pronti a scoprire i miei stimoli creativi etici
da rendere completamente il mio animo estasiato.
Spensieratezza, felicità e sentimento
liberi fremevano da scacciare il turbamento
dei miei mille pensieri,
che circumnaviganti nel cruscotto della mia mente,
si arrostivano spontaneamente
dal fuoco del mio cuore ardente.
Afferravo i miei pensieri senza indugio uno ad uno
per forarli rapidamente
e afferrare il mio futuro da scoprire…
dentro alla mia Kilkenny da immortalare.
Bevendola mi stacco da questa terra mediterranea
per eruttare con il geyser in Islanda per me non estranea
perché ci sono andato
visitando le scuole di quella landa.
Rock’n’roll suono
bagnando il mio palato di bollicine
che scoppiettavano come su un futuro avventuriero,
da stimolare il mio sentiero.
Un sentiero percorso,
che col cavolo tampono
perché voglio vagare oltre il confine
senza il presagio della fine.
Perché sono io e questa storia la creo io
inspirato e contagiato dalla mia birra in grande formato
da essere a Woodstock con la fantasia
e godere fino all’altro capo terreno di quella magia
in veste Baudelaire da condizionare il mio parlato.
La schiuma
della mia birra
pareva un concentrato
e i miei sensi parevano una piuma
pronta a volare al vento delle preoccupazioni,
che mi vedevano soffocato
e lasciato come una città senza lampioni.
Abbagliato il mio palato
dal giallo intenso mi sentivo grato
per la quantità di energia da stare amalgamato,
stirato, ambrato, affascinato
seduto accanto ad un amico rinato.
Bevendola mi stacco da questa terra mediterranea
per eruttare con il geyser in Islanda per me non estranea
perché ci sono andato
visitando le scuole di quella landa.
Bevendola mi stacco da questa terra mediterranea
per eruttare con il geyser in Islanda per me non estranea
perché ci sono andato
visitando le scuole di quella landa.
La pioggia scendeva e batteva
entrando nelle mie biglie di sentimenti
che il mio spirito mordeva in zanne dementi.
Quel giorno, la mia Kilkenny ed io
diventammo un tutt’uno,
perché mi dava un’energia salutale
al punto, che quella birra era mia e solo mio natale.
Bevendola mi stacco da questa terra mediterranea
per eruttare con il geyser in Islanda per me non estranea
perché ci sono andato
visitando le scuole di quella landa.
Scoprire al fine di esaudire
un divenire
reso vivo grazie alla mia capacità di sognare,
almeno per provare,
perché non costa niente,
almeno quello, niente se viaggi con la mente.
Mi trovavo su una una spiaggia all’imbrunire
con il potere della mia Kilkenny tra le mani
che mi esortava a capire,
esaudire il lieto divenire
e ancora viaggiare.
Contagiato dal suo colore
scioglie il mio istinto brutale
e stacca la mia mente
da questo pianeta caimano bisognoso di ardore.
Bevendola mi stacco da questa terra mediterranea
per eruttare con il geyser in Islanda per me non estranea
perché ci sono andato
visitando le scuole di quella landa.
Bevendola mi stacco da questa terra mediterranea
per eruttare con il geyser in Islanda per me non estranea
perché ci sono andato
visitando le scuole di quella landa.
Secret
Is in the heart of soul
that human
cry of sweetness.
Damiano Cabassi
Published by “Sdèsdet” collection.
Gara
02/10/25
Dentro l’acqua tutto si ammutolì
creando pause
del mio mondo esterno
date dalle respirazioni,
che soventi, si concentravano in bolle
dando schiuma al mio passaggio
con il ritmo arroventato di un motore,
muggito di un mia energia
che lasciava me imperterrito.
Mi lasciavo avvolgere dal folklore
di quell’energia veicolante
zampillante su un freddo possente
che riusciva solo
a scatenarmi dentro
il ricordo delle biglie
accumulate nella mia giovinezza.
Biglie maculate,
che strizzando la matassa
della mia fantasia
mi donavano saggezza,
che ancora brilla al sole facendolo.
“Arrivo!”, “Arrivo!”, “Arrivo!”
e nella mia strada di acqua
affioravo di entusiasmo
da non vedere la fatica
diradata dal cuore battente
del sogno di vincere tingente.
Mi allenai a fare rana
con costanza un giorno la settimana
per essere pronto alla gara
provando ad alzare le persiane
che divideva me e il pubblico
incuriosito nel vedermi.
Iniziai ad essere basculante
e alla 5° vasca la paura forò i miei occhi come una bandana.
Strafatto dalla voluttà di riuscire
non mi abbattei
e continuai dritto
in un futuro scritto
dentro al coraggio della tua compagnia.
Terminai quella vasca così facendo
con il rumore degli applausi
zampillando tra le onde della mia corsia.
Damiano Cabassi

